Una pacifica task force è salita a Palazzo Donini nello scorso 28 giugno per la prima presentazione della XXXVIII edizione del Todi Festival, illustrazione che ha preso vita nel Salone d’Onore del palazzo gentilizio di Perugia, sede della Giunta Regionale dell’Umbria.
La conferenza stampa della kermesse di teatro, musica e arti visive, che va quest’anno dal 24 agosto al 1 settembre, è stata condotta dal direttore artistico della manifestazione Eugenio Guarducci, confermato in questo ruolo per il nono anno consecutivo. Presente il sindaco tuderte Antonino Ruggiano, accompagnato dal Vicesindaco con delega a Turismo e Sviluppo Claudio Ranchicchio. A fare gli onori di casa il Vice Presidente della Regione Umbria Roberto Morroni. Hanno partecipato Daniela De Paolis, Direttore Generale del Todi Festival, a cui, come di consueto, è stata affidata la descrizione del programma, Elisa Veschini, presidente della Fondazione Progetti Beverly Pepper, e Marco Tonelli, curatore della ‘mostra-evento’ del festival.
“TodiFestival è un grande appuntamento per la nostra regione – così ha aperto Morroni la conferenza stampa, portando il saluto della Presidente della Regione Donatella Tesei – uno dei principali eventi, che ha uno spessore e un profilo di grande rilievo, un’offerta originale e distintiva per cui Todi si conferma scrigno dell’Umbria della Cultura”.
“La città – ha voluto sottolineare subito Guarducci – ha investito e investe molto, e coraggiosamente, ché non è affatto semplice né scontato, in cultura. In questo modo si pone, io credo, al primo posto in una ipotetica classifica dei comuni umbri, relativa all’investimento pro capite in cultura. Investimento non solo nel festival, ma anche in altre iniziative. E i risultati si notano, anche dal punto di vista dell’incremento delle presenze di qualità”.
Per quanto riguarda il contributo della Fondazione Pepper, “Vorrei ringraziare – ha affermato Veschini – i presenti, dato che per noi, per la nostra fondazione, è sempre fonte di grande gioia rinnovare questo percorso di collaborazione con una manifestazione storica e prestigiosa come è il TodiFestival. Quello che abbiamo intrapreso, da ormai quattro anni, è sicuramente un viaggio ambizioso, pieno di progettualità, di sfide e di alti obbiettivi. A proposito, ciò che ci accomuna e ci lega, ormai da tanti anni, e continua ad unirci è, sicuramente, un unico grande desiderio: il bene della città di Todi. In questo senso la scelta di invitare per il Festival un artista internazionale come Mark di Suvero si pone in perfetta coerenza con il brillante percorso di della città stessa per quanto riguarda l’arte contemporanea. La notizia del ritorno in Italia del grande maestro legato all’espressionismo astratto con una mostra a Todi ha riscosso da subito grande eco nella comunità artistica internazionale. Questo conferma quanto la città sia percepita nel mondo non solo come un centro interessante ed ameno del cuore verde d’Italia, ma come luogo internazionale dell’arte contemporanea. Inoltre conferma quanto sia importante proseguire il progetto di Beverly Pepper di ‘costruire ponti culturali con il mondo’. Perciò siamo da un lato emozionatissimi per questo evento e dall’altro impegnati a proseguire con passione la mission che abbiamo ereditato dalla nostra fondatrice, perché crediamo che l’arte contemporanea sia una risorsa territoriale fondamentale, a livello culturale, economico e anche sociale. Una risorsa a cui dobbiamo continuare ad attingere, ma anche da continuare a valorizzare e promuovere, per la promozione non solo della città, ma di tutta la regione”.
Firmato proprio da Mark di Suvero il manifesto del festival, definito ‘il più bello dell’era Guarducci’. “Quest’opera – ha avuto modo di dichiarare l’artista – fa parte di una serie di litografie che amo molto. La litografia per me è un modo di fare arte per tutti, invece di creare un oggetto per il mercato dell’arte che non tutti possono permettersi. La litografia è un modo di rendere l’arte accessibile ai più. Sono onorato che questa mia opera diventi il manifesto del Todi Festival 2024”.
In omaggio all’artista, il Comune di Todi ha programmato una mostra personale che sarà allestita nella Sala delle Pietre. L’esposizione verrà inaugurata Sabato 24 Agosto, nel corso della prima giornata di TodiFestival. “Mark di Suvero – si legge nella dichiarazione di Marco Tonelli, curatore della mostra – è uno degli ultimi e più riconosciuti protagonisti, unico ancora in attività, della scena internazionale della cosiddetta scultura post-industriale, insieme a David Smith, Richard Serra, Eduardo Chillida, Beverly Pepper, tra i quali si distingue per il coinvolgimento sociale e politico delle sue opere spesso agibili in spazi urbani e naturali. La mostra personale dal titolo ‘Spacetime’, presenta una serie di recenti e intriganti dipinti realizzati con vernici fluorescenti, che rimandano ai suoi spazi scultorei energici e avvolgenti e sempre aperti a letture imprevedibili e disposte al confronto col mondo esterno”.
“E’ questo un ritorno di Mark di Suvero come artista in Italia – ha aggiunto Tonelli in conferenza stampa – dopo la sua prima personale a Venezia nel ’95. Ma è un ritorno anche perché è di origini italiane. Il suo vero nome è infatti Marco Polo Celsio Maria Medici di Suvero. Appartiene a una famiglia importantissima nella storia italiana, la famiglia Levi, di origine ebraica, che ha avuto ammiragli, banchieri, commercianti, uomini di cultura, musicisti e così via. La sua vita è un’avventura, una vicenda appassionante, che siamo riusciti a recuperare e che è quasi una storia nella storia. Nato a Shangai, figlio un diplomatico che vi si trovava per lavoro, vive dal ‘41 negli Stati Uniti, dove ha avuto una carriera straordinaria nell’ambito artistico. E’ uno dei più importanti rappresentati dell’espressionismo astratto americano, movimento riconosciuto fin dagli anni ’50. Impegnato a livello civile e politico ha contestato la guerra del Vietnam e ha continuato a portare avanti il suo impegno a livello culturale”.
Di Suvero sarà presenta a Todi con dieci grandi dipinti, oltre a una serie di sculture dedicate al rapporto col pubblico che potrà manipolarle e alla città resterà poi una sua scultura. Evento particolare e molto atteso la mostra è un unicum in Italia, che ha richiesto un intenso lavoro di preparazione e che corona l’attenzione e l’impegno della città per l’arte contemporanea.
Ha chiuso la conferenza stampa, prima dell’esposizione dettagliata del programma del prossimo TodiFestival il sindaco Ruggiano che ha spiegato così il successo del festival “Io sono fortemente ultra liberale nonché liberista – ha ribadito – e questo è probabilmente il motivo per cui le cose funzionano a Todi: perché si tende a mettere in campo non ciò che vuole l’uno o l’altro, ma ciò che funziona, al di là di qualsiasi riserva ideologica”.
“Come amministrazione di un comune piccolo, ma di ambizioni straordinarie, – ha poi spiegato – ci chiediamo se questa nostra vita che scorre all’inizio del terzo millennio valga la pena di essere vissuta solo per coprire le buche delle strade e lo sfalcio dell’erba, che pure è necessario. Ci chiediamo, piuttosto, cosa vogliamo lasciare in eredità alle generazioni che arriveranno. Il nostro grande desiderio è lasciare una Todi che possa confermare la sua vocazione internazionale e dare la possibilità ai suoi abitanti di poter vivere in un luogo straordinario per la sua bellezza, si, ma anche culturalmente vivace, quindi attrattivo nei confronti delle presenze migliori e più qualificate, oltreché dei migliori investimenti. E a dire il vero, negli ultimi trent’anni proprio questa linea di tendenza ha favorito un’interessante crescita della città, quantificabile in almeno 400 milioni di investimenti”.
Il Todi Festival è stato fondato nel 1987 da Silvano Spada. Dedicato al teatro, alla danza, alla musica, alle arti visive e alla letteratura, si è distinto dall’inizio per la sua apertura alla sperimentazione e alla nuova drammaturgia italiana. Nel corso degli anni, ha ospitato numerosi artisti di rilievo come Roberto Bolle, Carla Fracci, e Giorgio Albertazzi, oltre a nuovi talenti come Giulio Scarpati e Claudio Santamaria. Ha visto diverse direzioni artistiche: Simona Marchini (1999-2007), Maurizio Costanzo (2008-2009), Stefano Porri (2010), e un periodo condiviso da Emiliano Leonardi e Giulio Castrica (2011-2012). Dal 2013 al 2015, Spada è tornato alla guida, prima di passare il testimone a Eugenio Guarducci nel 2016, che ha portato un moto di rinnovamento attraverso la contaminazione con altri generi artistici e culturali. La manifestazione si svolge in diverse location storiche di Todi, come il Teatro Comunale e la Piazza del Popolo, arricchendo l’evento con una forte componente comunitaria e una serie di eventi collaterali, celebrando non solo l’arte e la cultura, ma anche la bellezza e la storia della città umbra.
“Il Todi Festival rappresenta l’appuntamento più longevo e stabile nella lunga storia della città, un evento che ha saputo tenere alta la proposta culturale di Todi con l’avvicendarsi delle stagioni, anche molto diverse tra loro, che la manifestazione ha attraversato in questi quattro decenni, adeguandosi ed interpretando i tempi”, ha avuto modo di dichiarare inoltre Ruggiano. “Anche nell’edizione 2024, caratterizzata dalla sempre apprezzata e variegata cifra artistica, non mancano stimoli e spunti per l’apertura di nuovi percorsi di ricerca e di sperimentazione, che costituiscono la linfa vitale di un festival chiamato continuamente a rinnovarsi e a guardare, se possibile anticipare, i fermenti culturali del futuro”, ha concluso il sindaco.
“Se nove anni fa – è infine la dichiarazione di Guarducci a nota stampa – mi avessero chiesto quanto sarebbe potuta durare questa esperienza avrei detto: un anno! Invece siamo di nuovo qui a raccontarvi il nostro Todi Festival che ancora una volta si nutre del consueto curioso sguardo su ciò che accade all’interno dell’articolato mondo delle arti performative. Selezionare progetti per il Todi Festival non è particolarmente complicato perché fortunatamente siamo molto corteggiati. E questo lo si deve alla sua storia ma, modestamente, anche al lavoro attento che abbiamo portato avanti in questi nove anni”.
Todi Festival continua a rivendicare dinamismo, novità e freschezza, anche confermando il suo indirizzo verso opere inedite, debutti nazionali ed esclusive regionali, con la contaminazione tra generi quali teatro, musica, arte contemporanea e letteratura. Proponendo, tra gli altri, eventi concepiti appositamente per determinati contenitori culturali cittadini. Sempre nell’intento di costruire un’offerta quanto più ampia e variegata, Todi Festival anche quest’anno non prevede repliche di spettacoli, presentando ogni giorno appuntamenti diversi.
Al termine degli interventi Daniela De Paolis, Direttore Generale del Todi Festival, ha illustrato il programma dell’edizione 2024 che vede tra i protagonisti più famosi Lucrezia Lante della Rovere, Vanessa Gravina, Laura Lattuada, Roberto Saviano, Jacopo Veneziani e Ron per il concerto di chiusura, mentre la rassegna di teatro e danza contemporanei Todi Off, arrivata alla sua ottava edizione, è stata descritta da Roberto Biselli, direttore del Teatro di Sacco che ne cura l’organizzazione Biancamaria Cola e in collaborazione con Teatro e Critica.
Maria Vittoria Grotteschi